domenica 17 gennaio 2010

I risultati del sondaggio e... un pò di approfondimento


Cari lettori si è chiuso ieri il sondaggio riguardante la vostra opinione del servizio Google Book Search. Secondo la maggior parte di voi (56%) si tratta di un servizio utile che rispetta il diritto d'autore. L'indubbia utilità e innovatività del servizio non ha bisogno di commenti; riguardo il rispetto del copyright è utile chiarire il concetto di diritto d'autore e i problemi che si sono creati con la nascita delle nuove tecnologie.

Il copyright è un insieme di norme che regolano i rapporti economici e giuridici tra autori, editori e utenti. Alla sua base c'è l'idea che il prodotto dell'attività intellettuale sia appunto un prodotto di cui si possa rivendicare la proprietà, e il cui sfruttamento si può cedere o dare in concessione a terzi. Le prime leggi in materia furono emanate nel Regno d'Inghilterra agli inizi del '700 e trovarono una completa formalizzazione e una generale accettazione solo all'inizio del secolo scorso. La codifica legislativa del diritto d'autore è giunta fino ai giorni nostri pressoché intatta.

I problemi sono sorti con l'avvento dei nuovi media, infatti, la protezione giuridica del diritto d'autore e di copia fa leva su un dato di fatto molto materiale: la produzione e riproduzione fisica di un libro a stampa sono attività complesse; conseguentemente la trasgressione della norma è socialmnte limitata ed effettivamente sanzionabile. Con le nuove tecnologie digitali i costi di riproduzione sono quasi nulli quindi la tendenza alla trasgressione si diffonde socialmente e la sua sanzione diventa inapplicabile.

Siamo dunque in presenza di una profonda contraddizione tra la base tecnica e la forma economico-giuridica della produzione e distribuzione di prodotti intellettuali. Le modalità per il superamento di questa contraddizione sono attualmente oggetto di aspro dibattito teorico, fortemente polarizzato su due posizioni. La prima è quella del no-copyright: per i sostenitori di questo movimento le norme del diritto d'autore non hanno più ragione d'esistere nell'era del digitale visto l'abbattimento dei costi di produzione e riproduzione. A questa posizione si oppone radicalmente il punto di vista dei colossi editoriali, dell'industria dello spettacolo, di buona parte degli autori, affiancati dalle aziende tecnologiche. Secondo questa linea di pensiero il diritto d'autore è funzionalmente indipendente dalla tecnologia di riproduzione e diffusione dell'opera.

Tornando a Google, dunque, si può affermare che in passato Mountain View non ha rispettato il diritto d'autore (scannerizzando senza permessi non solo i libri orfani ma anche quelli coperti da copyright), e il suo comportamento è stato punito con sanzione e azioni legali in tutto il mondo; neanche appellandosi al già citato fair use Google è riuscito a giustificare il suo comportamento.

Ora bigG sta stringendo alcuni accordi secondo i quali pagherà il dovuto agli aventi diritto.


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