mercoledì 30 dicembre 2009

Google Book Search VS Unione Europea

Google Search non ha creato scompiglio solo oltreoceano ma anche nel mondo dell’editoria europea: in prima linea a contrastare l’avanzata monopolistica del colosso di Mountain View, la Francia con il suo agguerritissimo ministro alla cultura Mitterand. Proprio su proposta di questo paese si sono riuniti a Bruxellles i ministri della cultura dell’Unione Europea i quali hanno deciso di creare un “Comitato di saggi” con il compito di determinare tempi e modalità delle future parternship pubblico-private nel campo della digitalizzazione non solo dei libri ma della cultura in generale.

Questo piano, proposto sempre dalla Francia, ha ottenuto grande successo presso gli altri paesi dell’Unione Europea come Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. In questo modo si spera di evitare che si creino dei monopoli nel mercato da parte di colossi come Google.

Il compito di avviare i lavori a partire da gennaio è affidato alla Spagna prossima alla presidenza dell’Unione Europea.

Secondo Frédéric Mitterand è necessario “sviluppare una linea comune e chiara sulle condizioni della partnership pubblico-privata”, e lavorare a questo progetto nei primi mesi del 2010, in modo da arrivare alla fine dell’inverno a un piano completo che consentirà di prendere delle decisioni comuni a livello europeo.

Il problema principale del vecchio continente è quello di mettere a disposizione dei cittadini i cosiddetti libri orfani, in modo che non possano essere sfruttati economicamente da privati, sempre nel rispetto del diritto e dei principi europei, in particolare del diritto d’autore e delle leggi sulla concorrenza. Sempre secondo il ministro francese, infatti, l’Europa “ha bisogno di una propria legislazione che protegga i diritti degli autori e assicuri loro il giusto tributo”.

La digitalizzazione di opere è, in definitiva, da considerare essenziale per la diffusione della cultura europea, a prescindere da quale sia la forma: libri, musica, cinema ecc; le regole del gioco sono ora al vaglio dei ministri europei.

giovedì 19 novembre 2009

Accordo con gli editori: il nuovo testo verrà approvato?


Sabato 14 novembre 2009 è stato presentato, dopo diversi giorni di proroga, il nuovo accordo tra Google e la Authors Guild e l’Association of American Publishers per chiudere la class action che riguardava il progetto Google Books. L’accordo sarà valido per Stati Uniti, Inghilterra Canada, e Australia ovvero paesi con legislazioni simili. Con questa nuova proposta Google accetta di stanziare $125 milioni per risolvere tutte le cause ancora aperte.
Una delle proposte fondamentali dell’accordo è che verrà creato un Book Rights Registry un ente indipendente che vedrà nel board un rappresentante degli editori ed uno degli autori per ognuno dei paesi indicati. Infine Google si adopererà affinché i libri in commercio non siano disponibili in libero accesso, impegnandosi inoltre in trattative con le varie associazioni di tutela dei diritti in tutto il mondo, giungendo ad accordi differenti e specifici per i vari mercati.
Per quanto riguarda, invece, i cosiddetti “libri orfani” di cui Google si era appropriato scatenando le proteste della concorrenza ( Amazon, Microsoft etc.), è stato raggiunto un compromesso secondo il quale i titoli non coperti da copyright faranno capo a un trust indipendente. Questo organo avrà come scopo quello di devolvere i ricavi derivanti da questi libri in favore di associazioni benefiche, a patto che i diritti non siano rivendicati dagli autori entro dieci anni.
Inoltre tutti i gruppi concorrenti di Google potranno avere accesso al materiale scannerizzato con incasso da suddividersi secondo una formula precostituita: 63% ai detentori dei diritti, e «maggior parte» del 37% rimanente al venditore. I prezzi potranno però cambiare nel tempo, sulla base dell'incrocio tra domanda ed offerta e con bilanciamento stabilito dall'algoritmo Google (ai detentori dei diritti permane l'obbligo di mantenere segreto l'andamento dei prezzi delle proprie opere).
È interessante sapere che i futuri modelli di business di Google verranno limitati alla sottoscrizione individuale di abbonamenti, al print-on-demand e al download a pagamento; le biblioteche, invece, avranno libero accesso a determinati terminali.
L'accordo dovra' essere ora approvato in tribunale. Ma bisognera' soprattutto vedere come verra' accolto in sede europea dopo che la Commissione Ue aveva piu' volte espresso le sue preoccupazioni per il fatto che libri di autori europei venissero messi online.

martedì 10 novembre 2009

La saga di GoogleBooks: un rapido riepilogo.


Nel 2004 alla Fiera del Libro di Francoforte venne presentato per la prima volta al pubblico l'ambizioso progetto di Google di creare un'immensa biblioteca digitale: Google Print. Per dare vita al nuovo servizio, il colosso del web stipulò diversi accordi con alcuni dei maggiori editori statunitensi come Blackwell, Cambridge University Press, the University of Chicago Press, Houghton Mifflin, Hyperion, McGraw-Hill, Oxford University Press, Pearson, Penguin, Perseus, Princeton University Press, Springer, Taylor and Francis, Thomson Delmar e Warner Book. A dicembre dello stesso anno Google annunciò lìniziativa Google Print Library Project che prevedeva l'accordo con numerose biblioteche pubbliche e universitarie di alto livello per la digitalizzazione di circa 155 milioni di volumi e la loro pubblicazione sull'interfaccia di ricerca. L'annuncio suscitò ovviamente forti reazioni da parte delle associazioni di categoria di editori e autori. Nel 2005 Google presentò alla Fiera del Libro l'interfaccia di Google Print che lo stesso anno cambiò nome in Google Book Search. Le forti reazioni di cui abbiamo parlato sfociarono presto in una citazione in giudizio da parte della Authors Guild of America (l'Associazione degli autori americani) per "estesa violazione del copyright". Google ha prontamente risposto alle accuse sostenendo che il suo progetto rappresentava un "fair use" dei materiali delle biblioteche e che era l'equivalente del catalogo tradizionale nel quele però ogni parola sarebbe stata indicizzata.
Google ha inoltre proposto un offerta secondo la quale l'azienda fondata da Page e Brin si impegna a versare un comopenso agli editori aventi titolo. A settembre il Dipartimento della Giustizia (DOJ)s i era espresso indicando come l'accordo avrebbe dovuto essere rivisto sulla base di diverse normative in materia di diritto d'autore e di antitrust. La proposta, così formulata, sarebbe stata quindi rigettata.
Un accordo doveva essere raggiunto ieri, 9/11/09, ma nella sezione dedicata a Google Book Search sul sito ufficiale leggiamo solo che, chiusa la causa legale, Google sta lavorando a stretto contatto con gli editori americani per raggiungere un accordo.